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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), III, 23
 
originale
 
[23] "At mihi scelus istud depellant caelites" inquam "ut ego, quamvis ipsius aquilae sublimis volatibus toto caelo pervius et supremi Iovis nuntius vel laetus armiger, tamen non ad meum nidulum post illam pinnarum dignitatem subinde devolem. Adiuro per dulcem istum capilli tui nodulum, quo meum vinxisti spiritum, me nullam aliam meae Photidi malle. Tunc etiam istud meis cogitationibus occurrit, cum semel avem talem perunctus induero, domus omnis procul me vitare debere. Quam pulchro enim quamque festivo matronae perfruentur amatore bubone. Quid quod istas nocturnas aves, cum penetraverint larem quempiam, solliciter prehensas foribus videmus adfigi, ut, quod infaustis volatibus familiae minantur exitium, suis luant cruciatibus? Sed, quod sciscitari praene praeterivi, quo dicto factove rursum exutis pinnulis illis ad meum redibo Lucium?" "Bono animo es, quod ad huius rei curam pertinet" ait. "Nam mihi domina singula monstravit, quae possunt rursus in facies hominum tales figuras reformare. Nec istud factum putes ulla benivolentia, sed ut ei redeunti medela salubri possem subsistere. Specta denique quam parvis quamque futtilibus tanta res procuretur herbusculis; anethi modicum cum lauri foliis immissum rori fontano datur lavacrum et poculum."
 
traduzione
 
?Che il cielo mi liberi da una simile carognata. Anche se io potessi volare in alto, dappertutto nel cielo, come l'aquila, e diventare il fidato messaggero di Giove e il suo augurale scudiero, dopo tanta gloria di voli, non tornerei sempre al mio piccolo nido? Ti giuro per queste deliziose trecce dei tuoi capelli con cui mi hai incatenato il cuore, che io non preferir? mai nessun'altra alla mia Fotide. E poi, adesso che ci penso, una volta che sar? tutto bello spalmato d'unguento e trasformato in un uccello simile, dovr? starmene alla larga dalle case. Che allegria, infatti, e come potranno goderselo, le signore, un amante gufo. La sappiamo, no? la fine che fanno questi uccelli notturni quando entrano in qualche casa: li prendono e li inchiodano alle porte perch? con la loro morte atroce facciano penitenza delle disgrazie che il loro volo infausto reca alle famiglie. Ma quasi quasi mi dimenticavo di chiederti qual'? la formula, il gesto magico con cui potr? togliermi quelle penne di dosso e tornare di nuovo il Lucio di prima?? ?Non ti preoccupare riguardo a questo? mi assicur?. ?La mia padrona mi ha mostrato tutto quanto occorre per restituire l'aspetto umano a quelli che hanno preso altra forma. Non credo per? che l'abbia fatto per bont? d'animo ma solo perch?, cos?, quand'ella torna io possa apprestarle i rimedi efficaci. Inoltre devi sapere che bastano erbette da nulla per ottenere un simile prodigio: un po' di semi di aneto, delle foglie di lauro mescolate in acqua di fonte ed ecco bell'e pronto il bagno e la bevanda.?
 

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